Traforo del Sempione
Vittoria dell'umanità
Quella del Sempione è stata, sin dal tempo dei Romani, un’importante via di comunicazione per commercio e spedizioni militari fra la Pianura Padana e l’alto Rodano. Nell’ XI secolo l’Ossola aveva ripreso importanza per l’economia dei Longobardi: Domodossola, punto di incontro dei sentieri del monte Moro, dell’Antrona, del Gries, dell’Albrun e naturalmente del Sempione, ebbe la facoltà di tenere un mercato settimanale.
Anche l’opera di colonizzazione degli alti pascoli da parte dei popoli Walser di lingua tedesca servì ad aumentare i rapporti della Val d’Ossola con le genti d’oltralpe. Il primo passaggio documentato del Sempione risale al 1254 quando, nel mese di febbraio, vi transitò l’arcivescovo Odo di Rouen in viaggio per Roma. Nel 1267 il Vescovo di Sion garantì protezione ai mercanti italiani e, con i suoi successori, si adoperò per il mantenimento delle strade di fondovalle. Il valico era allora transitabile in circa dodici ore non senza difficoltà per i viandanti.
Alla fine del XV secolo la travagliata storia del Vallese influì non poco sui traffici commerciali attraverso il Sempione che si ridussero drasticamente, ma nel XVII secolo il nobile barone Stockalper, commerciante avveduto, comprese l’importanza che il valico alpino aveva ancora per la zona, tanto da venire soprannominato “re del Sempione” per i suoi traffici commerciali, in modo particolare quello del sale, che gli permisero di accumulare in pochi anni ingenti ricchezze. Dobbiamo però a Napoleone l’impegno che avrebbe portato, dopo la pace di Campoformio nel 1797, agli accordi della Francia e della Repubblica Cisalpina con il Vallese per la costruzione di una vera strada fra i laghi di Ginevra e Maggiore attraverso la valle del Rodano ed il Sempione. Il progetto prevedeva la formazione di numerosi viadotti, giganteschi muraglioni di contenimento, oltre all’escavazione di cinquecento metri di gallerie.
I lavori, avviati nel 1801, comportarono l’impiego di cinquemila operai che, nel tempo record di soli cinque anni, riuscirono a completare l’opera nel 1806. Milano, capitale della Repubblica Cisalpina, era così collegata direttamente, attraverso il Sempione, con Ginevra e quindi con Parigi, e Domodossola si qualificava come ultima stazione di posta per le carrozze che dovevano affrontare la salita alpina. Un ruolo importante che andava a sommarsi al riconoscimento di capoluogo di distretto. Queste le premesse che diedero vita fin dal 1850 all’idea di realizzare il Traforo ferroviario del Sempione per potenziare i collegamenti commerciali tra Europa e Italia quando ancora nessun valico alpino era stato perforato.
La realizzazione dell’opera, in concorrenza con gli altri valichi alpini, dovette però attendere il 1893 quando la Compagnia Jura-Simplon accettò il progetto dell’ing. Dumur. I lavori iniziarono il 13 agosto 1898 e terminarono quasi otto anni dopo. Alla presenza del Re d’Italia, Vittorio Emanuele III e del Presidente della Confederazione Elvetica, il 19 maggio 1906 veniva inaugurata ufficialmente la prima galleria del Traforo ferroviario del Sempione, tre mesi dopo che il primo convoglio transitasse nel tunnel ferroviario su terraferma più lungo del mondo. L’apertura del Traforo del Sempione fu celebrata come una vittoria dell’umanità, ma la sua costruzione fu molto costosa in termini di vite umane, con 106 morti, 63 dovute a malattie, 21 ad infortuni e 22 a violenze o infortuni avvenuti fuori dal lavoro.
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